L’universo creativo di Antonietta Natalizio si muove con rara coerenza tra parola e immagine, tra l’arte del verso e quella del segno, in un cammino che ha al centro la persona e la sua dimensione interiore. Nata a Nola e residente a Vinovo, in provincia di Torino, Natalizio è scrittrice, poetessa, psicologa clinica e di comunità, ma soprattutto donna impegnata nella cura dell’anima, attraverso strumenti che spaziano dalla riflessione terapeutica all’espressione artistica.

La sua attività letteraria, che le ha valso importanti riconoscimenti e incarichi di giurata in concorsi poetici, si intreccia profondamente con la sua missione psicosociale. Nei gruppi di incontro da lei condotti presso l’UNITRE di Vinovo, la poesia diventa strumento di consapevolezza e guarigione. Qui nasce e si sviluppa il concetto di “poetico-terapia”: una visione in cui la poesia non è solo esercizio estetico, ma atto trasformativo, esperienza catartica, medicina dell’anima. In questa prospettiva, l’Arte non è evasione, ma presenza. È ascolto, empatia, lenimento.

Accanto alla parola, Antonietta coltiva con uguale passione il linguaggio visivo, attraverso opere realizzate con pastelli e acquerelli. L’espressività grafica diventa così un’estensione del suo pensiero poetico, e ogni composizione è attraversata dalla stessa sensibilità che anima la sua scrittura: un’attenzione profonda alla forma, al ritmo, al dettaglio emotivo.

Le sue opere, vibranti di colore e movimento, si distinguono per una spiccata tensione lirica. Spirali, ovali, reticoli cromatici, percorsi sinuosi o geometrici: tutto sembra partecipare a un moto interiore, a un fluire emozionale che ha la forza di coinvolgere e accogliere lo sguardo dell’osservatore. Non vi è nulla di decorativo o casuale in questi lavori: ogni tratto è meditato, ogni tonalità è evocativa.

L’uso del colore è particolarmente significativo. In un’opera, l’intreccio di spirali multicolori su uno sfondo blu richiama un senso di vita che pulsa, che gira, che si compone e si scompone, come il ciclo delle emozioni. In un’altra, l’esplosione di forme ovali, cangianti e sovrapposte, crea un universo gioioso ma complesso, attraversato da linee nere che sembrano evocare le traiettorie invisibili del pensiero, o le connessioni profonde tra esseri umani. Fino ad arrivare a opere in cui la geometria si fa più rigorosa, strutturata, quasi architettonica, come a rappresentare una volontà di ordine, una tensione verso l’equilibrio nel caos del vivere.

Ciò che colpisce nella produzione visiva di Natalizio è la sua capacità di trasformare l’astrazione in emozione. Le sue immagini non rappresentano il mondo esteriore, ma lo spazio interiore in cui si muovono ricordi, dolori, desideri, speranze. Sono mappe dell’anima tracciate con colori vivi e segni dinamici, che parlano una lingua universale, comprensibile anche senza parole.

In definitiva, l’arte di Antonietta Natalizio è un viaggio attraverso la fragilità e la forza dell’essere umano. Ogni opera, sia essa scritta o dipinta, è parte di un processo di restituzione del senso, di cucitura delle fratture. È un’arte che consola senza mai indulgere, che interroga senza giudicare, che invita a guardare dentro e a trasformare il dolore in luce.

In tempi in cui spesso l’arte tende alla provocazione o alla fuga, quella di Natalizio si pone come spazio intimo e autentico, in cui bellezza, etica e ascolto convivono armoniosamente. Un’arte che cura, che unisce, che resta.

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