L’arte paesaggistica di Gene Pompa trova sua immediata essenza nella capacità d’immortalare le emozioni scaturite dalla natura. L’esaltazione della bellezza combacia con l’evocazione dell’estasi percettivo.  L’artista attraverso la valorizzazione della materia cromatica propone tridimensionali narrazioni visive. I quadri di Pompa ci rivelano un mondo di colori intensi, intrecciati non soltanto da quanto la realtà suggerisce, piuttosto secondo le intime mutevoli pulsioni di una sensibilità risvegliata dall’artista. Pompa richiama il vedutismo di tradizione. Il pittore inquadra scorci paesaggistici riproducendoli con preciso intento realistico e con una particolare attenzione alle vibrazioni tonali, portando in luce gli umori più segreti di una sensibilità romantica. Egli descrive con realismo l’effetto della luce che filtra tra i rami, il verde dorato delle foglie, curando i contrasti chiaroscurali e riuscendo a creare una luminosità che, avvolgendo l’oggetto della rappresentazione, sembra allo stesso tempo emanare dal suo interno.

Questi lavori sono sorprendenti e accattivanti, per la bellezza arcana che scaturisce dalla semplicità e dall’eleganza del soggetto, filtrato dall’acuta sensibilità di un autore contemplativo. Pompa calibra il tratto, alternando delicatezza e intensità, assegnando alla luce lo stesso ruolo fondante che appartiene alla pittura post-impressionista. Dalla minuziosa considerazione del dettaglio emerge l’amore per il paesaggio, e il legame dell’artista con una natura sapientemente filtrata e riportata sullo spazio pittorico tramite la memoria visiva di momenti e di suggestioni emotive.

La dialettica compositiva di Pompa risulta quindi un invito ad abbandonarsi, a un’intimistica meditazione, per fondersi nei suoi paesaggi percorrendone i sentieri, e lasciando vagare la mente in una dimensione sospesa. L’Artista svela all’osservatore luoghi idilliaci, dove tutti vorremmo poter sostare per un momento, soffermandoci a contemplare la bellezza delle piccole cose del creato, per poi vagare con lo sguardo verso orizzonti sconfinati.

Luci ed ombre in monocromo, 2017, cm 100x70x3

Gene Pompa nato ad Alessandria d’Egitto 11 marzo 1952 – resiede a Roma dal 1962, dove si è diplomato in Murales all’Istituto San Giacomo.  «Presentarsi, soprattutto per un pittore, è molto facile, basta mostrare le proprie opere e si è già a buon punto, ma parlare della propria vita inizia ad essere un po’ più complicato. Il mio nome completo è Generoso Pompa ma, sin da bambino, mi hanno chiamato con il diminutivo di “Gene” con il quale firmo oggi le mie opere.» Così, con la sua delicata ironia, il maestro Gene Pompa si introduce al pubblico. Di origini italiane, nasce ad Alessandria d’Egitto l’11 marzo del 1952, dove trascorre una splendida infanzia fino all’età di dieci anni. Ad interrompere la sua spensieratezza l’avvento dei bruschi mutamenti politici che coinvolsero l’Egitto negli anni ’60, la sua famiglia fu infatti costretta ad abbandonare tutto per emigrare verso l’Australia. Il viaggio si interrompe in Italia, a Roma, dove il Maestro vive tutt’oggi con la sua famiglia. «In Egitto, essendo nato da genitori italiani, mi chiamavano “l’italiano”, mentre in Italia, essendo nato all’estero, mi chiamano “l’egiziano”, perciò fate voi.» I suoi esordi come pittore hanno inizio da ragazzo, prendendo confidenza con le tecniche artistiche copiando le opere dei grandi Maestri del passato. Dagli anni ’90 intraprende a tempo pieno la professione, alternando opere surreali ad opere squisitamente paesaggistiche.

Il “marchio” che rende la pittura di Gene Pompa immediatamente riconoscibile è di certo la sua tecnica a rilievo: grazie al consapevole utilizzo di spatola e pannello realizza ad olio dipinti tridimensionali. «Confesso che sin dalle prime volte che esposi le mie opere, incontrai immediatamente una felice e meravigliata accoglienza da parte del pubblico e, successivamente, da parte della critica che mi ha incoraggiato a proseguire la ricerca e ad affinare la tecnica esecutiva che, con il tempo, mi ha portato ad ottenere numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali.»

Una svolta importante nella sua carriera artistica è l’apertura nel 1998 del suo Atelier “AArt’è Gene”, a  Roma  in Via Bellinzona. Considerando il crescente apprezzamento del pubblico apre una Galleria nel centro storico a Spoleto. A tutt’oggi può considerarsi un’artista consolidato, ha partecipato ad oltre cento personali e seicento rassegne d’arte, Nazionali ed Internazionali, nonché ha esposto in prestigiose gallerie private. Il 2013 lo vede protagonista della pubblicazione della sua Monografia, edita da Giorgio Mondadori e curata dal Prof. Giovanni Faccenda, noto critico che tuttora accompagna il Maestro Gene Pompa nell’organizzazione di importanti eventi culturali e nel 2014 con due cataloghi personali con critica del Prof. Vittorio Sgarbi e inoltre nel 2016 servizio su MyArt con critica del Prof. Daniele Radini Tedeschi.

Gli ulivi della pace, 2018, olio su tela, cm 60x120x3

Dal 2014-15-16 alcune sue opere hanno fatto parte della scenografia del programma GEO di RAI3 e dal 2017 entra a far parte di un gruppo di grandi artisti selezionati dal Prof. Giammarco Puntelli. Hanno scritto dell’autore: Vittorio Sgarbi – Daniele Radini Tedeschi – Giovanni Faccenda – Ed McCormack – Paolo Levi – Giammarco Puntelli – Sandro Serradifalco – Azzurra Immediato – Federica Pelligra – Anna Francesca Biondolillo – Krista Brown – Valentina Davidenko – Laura Del Vecchio –  Francesco Gallo Mazzeo – Ercolino Ferraina – Jenny Gatta – Graziella Melania Geraci –  Stefano Leonardi – Giovanna Maria Marano – Massimo Nardi – Alessandra Paradisi –  Marina  Poggi  D’Angelo  –  Letizia  Prestigiacomo  –  Salvatore  Russo  –  Carlo Serafini  – Anna Shvets – Carlo Speranza – Sandra Steinhart – ed altri.

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