Nata a Fossombrone (PU) nel 1978, laureata in Lettere Moderne presso l’università degli studi di Bologna.
Giornalista pubblicista dal 2005 al 2015, periodo durante il quale ho anche ricoperto il ruolo di direttore responsabile del periodico provinciale, cartaceo e online, ‘Più_Fanoinforma.it’ della provincia di Pesaro Urbino.
Lasciata l’attività giornalistica per seguire la mia famiglia ed i miei tre figli, ho trascorso due anni in Inghilterra, dove mi sono divertita a praticare l’arte del Sugarworks, in cui modellare la plasticità della materia ha iniziato a risvegliare in me la voglia di dedicarmi all’ambito artistico.

  • Come nasce una tua opera?
La tecnica suggerita dal Michetti consiste nel riempire inizialmente la tela di macchie di colore, macchie prive di un senso o di idee pregresse. Una volta che la prima mano di colore si sarà asciugata, sarà la tela stessa a suggerire agli occhi le forme da inseguire col pennello, in una scoperta vi assicuro divertentissima ed ogni volta sorprendente.

  • Cos’è per te l’ispirazione?
L’ispirazione secondo me è un impulso checalza alla perfezione con la tecnica che utilizzo per dipingere. Quando comincio ad intravvedere le forme che la tela mi lascia scoprire, io le inseguo in maniera direi irrazionale, quasi fortuita, che però poi arriva a delinearsi nella mia mente in maniera assolutamente decisa.

  • Qual è il messaggio implicito nelle tue opere, cosa vuoi trasmettere?
Devo dire che, avendo abbracciato questo tipo di tecnica perché la considero, oltre che divertente, anche profondamente liberatoria e libertaria, quando inizio un quadro non ho mai messaggi in testa.
Siccome però quello che tendenzialmente i miei occhi arrivano a vedere a volte sono donne, altre pesci, altre concetti in cui trasferisco la mia idea di fede, penso che ciò che inconsciamente voglio trasmettere sia la necessità della libertà come fondamento della volontà. Principio in cui vorrei credessero tutte le donne e che, idealmente, ravvedo nei pesci, che nuotano in un mare dove senza regole possono morire, ma in cui con esse vivono nell’immensità.

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