Un animo inquieto, quello di Cinzia Inglese, artista eclettica in cui non ritroviamo un unico canone stilistico, ma che piuttosto si lascia attraversare da una moltitudine di emozioni, visioni sognanti e dura realtà, che si riflettono nelle sue opere attraverso la costante sperimentazione e attenzione agli elementi compositivi, l’uso rigoroso e ricercato delle forme e del colore.Nelle opere di Cinzia Inglese di questo periodo si conciliano due elementi in apparente contraddizione: da un lato la proiezione del futuro, verso il quale l’artista volge uno sguardo a tratti severo, talvolta un urlo di provocazione, ma che sempre cela un dolce abbraccio, nella fiducia di un futuro positivo equilibrio; dall’altro quelle radici, quasi un ritorno al passato, che la riportano a tessere e mantenere sottili fili, a volte invisibili, ma che sublimano indissolubili legami con mondi lontani nello spazio e nel tempo. Un’oscillazione costante, che l’artista non può dirimere, lasciando che sia l’osservatore a leggere liberamente bellezza, tormento, emozione, profondità, visione.

Cinzia Inglese nasce nel 1973 a Casarano, nel Salento, e cresce a Bitetto, in provincia di Bari. Da sempre appassionata di diverse forme artistiche, conduce per necessità un percorso di studi economici e master con risultati eccellenti, realizzandosi in ambiti molto distanti dall’arte. Nonostante alcune difficili salite, Cinzia Inglese conserva nel tempo gli occhi con cui osservava da piccola la realtà, in cui i colori e le atmosfere della sua Puglia esplodevano in modo incontenibile. Sempre presente l’urgenza di tornare alle sue radici, nell’antica casa dei nonni in cui, tra vigneti e uliveti correva a piedi nudi nella terra rossa e sulla scogliera selvaggia del litorale ionico, con il mare che il vento faceva muovere al ritmo della dolce malinconia ed un foglio su cui disegnava una donna con un grande cappello rosso. Così, circa 25 anni fa, si riappropria di quell’istinto mai realmente sopito ed intraprende il suo personale ed intimistico percorso di ricerca nell’ambito della pittura figurativa ad olio, poi acquerelli, acrilici, impiego di sabbia, pietre, gesso, colle, carta, materiali di recupero o dal forte contenuto simbolico. Diventa pittrice e performer di pizzica e studiosa delle sue origini, radicate in un rapporto oscuro e primordiale con la vita e con le forze più misteriose della natura umana. Vive a Bari, Bologna, Milano, Saronno, approdando negli ultimi anni a Reggio Emilia, viaggia in diversi continenti immergendosi nella realtà dei posti visitati.

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