Fili sottili si muovono intricati a delineare figure con un segno continuo che scolpisce e crea dimensioni altre, movimenti e situazioni quotidiane trasognate nei cloisons orchestrati con maestria dall’artista Maria Grazia Bertucci.
Nell’arte vetraria, nel fumetto, nell’incisione, a chiudere la figura è la linea nera. Qui, la stessa linea traccia e scompone immaginari mai banali: i movimenti concitati di una ballerina di flamenco disegnano linee cinetiche che possiedono la grazia delle corolle dei fiori piegate dal vento su steli preziosi.
Il batti e ribatti delle chiacchiere al telefono, i giri infiniti e le onde tecnologiche di una linea telefonica che connette parole e persone sono un intrigo di linee vibranti, animate come sempre dai colori che si sprigionano dentro.
Il colore di Maria Grazia Bertucci non è mai piatto, nonostante l’uso grafico e deciso della linea nera continua: è anzitutto un colore che sfuma gentilmente nelle altre gradazioni, carico di scelte cromatiche felici e convincenti.
La figura umana, i suoi gesti e i suoi interessi sono sempre un rimando all’essenzialità: ne avvertiamo la presenza, la riconosciamo ma i connotati non sono mai svelati, mantenendo il fascino del mistero nelle sue raffigurazioni. Anche quando il volto è più delineato, ne esiste solo il contorno ma a noi tanto basta, perché non è più necessario: nella sintesi vince il gesto e i gesti di Maria Grazia Bertucci sono la nostra versione immediata e non mediata da fronzoli e orpelli emotivi.
Quei fili aggrovigliati, segno distintivo di Bertucci, sono il tracciato dell’esistenza che per ognuno segue percorsi diversi, irregolari e imprevedibili, a comporre la meraviglia della vita, dove il filo della matassa non è cosa umana da sbrogliare.

Vittorio Sgarbi

Vive ed opera a Palermo dove ha frequentato l’Istituto di Giornalismo e la Facoltà di Architettura. Ha acquisito l’abilitazione all’insegnamento ed è entrata a far parte di diverse accademie culturali. Molte sue opere si trovano presso enti pubblici e privati, collezioni private in Italia e all’Estero. Su di lei, tra i tanti, hanno scritto: Levi, Servello, Grasso, Pelligra, Maltese, Trevisan, Tardia, Rossi, Hauss, De Villardi, Bruccoleri, Lo Giudice, Geraci, Filippi, Zanon, Orlando, Gentilini, Omiccioli, De Chirico, Pendlebury, Buttitta, Di Martino, Benett Stone, Alvarez Garcia, Bica, Tondinelli, Ferloni, Pistorino.
Già dal 1959 è invitata a partecipare alle più qualificate rassegne regionali, nazionali e intern.li, conseguendo ambiti riconoscimenti e premi oltre ai favorevoli consensi della critica e del pubblico.

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